Booming Art 2024

con gli artisti

Riccardo Bandiera, Diego Dominici, Pier de Felice, Carlo Gloria, Mery Rigo e Enrica Salvadori

Dal 1 al 4 febbraio 2024

Binario Centrale – Spazio DumBO

Bologna


L’atto del contemplare

Con il progetto che portiamo per la prossima edizione di BOOMing #4, vi invitiamo a percorre le diverse visione e perspective del mondo in cui abitiamo. Quante volte pensiamo troppo al passato oppure siamo sempre a pensare al futuro? Quante volte ci dimentichiamo del momento presente, del adesso in cui siamo? Con queste opere vi invitiamo a fermarci un po 'e a guardare il momento presente, perché il momento è Adesso!

Riccardo Bandiera, nelle sue fotografie ritrae spesso soggetti femminili, alle volte immersi completamente nell’acqua come sospesi, in questo caso invece le sue bagnanti sembrano essere colte in momenti intimi, immagini simboliche di una varietà di sensazioni, pensieri e desideri, come osservate dietro una lente appannata, un vetro, un filtro che pur non celando la figura, non può davvero raccontare il mondo che essa contiene.

Diego Dominici nella serie delle parafilie gioca con i confini tra il ludico e la prevaricazione. Dove finisce il gioco e dove comincia l’imposizione di un ruolo precostituito in cui la donna deve essere oggetto? E quanto è davvero accettato il senso di libertà di una donna che sceglie invece autonomamente di superare le convenzioni del perbenismo? Il limite che separa la libertà dal giudizio è rappresentato da soggetti femminili in scene in cui i simboli del gioco diventano ambigui. In concomitanza con questa serie, Dominici porterà anche la serie Ater, con fotografie che vogliono rappresentare momenti, sentimenti e visioni. Realizzate attraverso l'utilizzo del colore nero e delle sue sfumature, sfruttando il trattamento lucido o quello opaco per creare volumi e profondità. Il nero opaco e il nero della sua accezione più negativa, vuole essere una critica al mondo contemporaneo: corrotto, indifferente alla tutela dell'ambiente e privo di valori etici e morali.

Pier De Felice, presenta una serie di lavori in cui oggetti della quotidianità vengono elevati a soggetti di un mondo immaginario e ideale. L’esigenza dell’artista è di restituire nuova vita alle cose date per acquisite o scontate, con l’intento di sottolineare l’importanza che hanno i piccoli gesti per la salvaguardia del pianeta e in difesa della sua bellezza. Il mondo proposto dalle opere in mostra è “il mondo che vorrei” dell’artista: una quotidianità che vive in modo nuovo, che rende possibile l’allontanarsi dai paradossi e dai controsensi insiti nei sistemi sociali, per potersi ritrovare, invece, in una dimensione di calma e libertà. In questo mondo ideale hanno un ruolo importante le piante, i fiori, i semi, la frutta, gli ortaggi... tutti quegli elementi della natura “di uso quotidiano”. Questi elementi semplici si fanno simbolo di libertà e speranza legata alla volontà di non arrendersi.

Carlo Gloria, presenta la serie di dipinti realizzate con ragazzini disabili. Il fondo delle opere è stato idealizzato dai ragazzini, e sopra., Gloria ha intervenuto creando le silhouette di Miles Davis e di Van Gohg. È un nuovo progetto che ci fa pensare nelle condizione che le persone con varie disabilità attraversano tutti i giorni. Un progetto realizzato assieme, in comune, come dovremo fare tutti i giorni per aiutare le persone che hanno più difficoltà.

Mery Rigo propone una serie di opere inedite che rappresentano porzioni di paesaggi naturali italiani dipinti ad olio con una tecnica che li rende sfocati. Ogni lavoro rappresenta una regione Italiana, ogni quadro è tagliato pittoricamente da una banda bianca trasparente che indica il consumo di suolo in percentuale della regione stessa. Il paesaggio naturale scompare sotto la riga bianca e non è più visibile. I lavori di Mery Rigo esibiscono visivamente i dati del consumo di suolo di ogni regione tratti dalle statistiche ISPRA del 2021. Il progetto qui presentato vuole evidenziare quanto territorio italiano stiamo consumando con conseguente perdita di spazi naturali, un andamento opposto a quanto consigliato dall’Agenda ONU 2030 e in direzione contraria alla visione dell’artista, Il Dendrocene.

Enrica Salvadori, con le sue sculture realizzate con vari materiali, che rappresentano elementi e strutture architettoniche composte da un doppio materiale (terracotta/ferro) che ha la funzione di creare un dialogo simbolico tra l’oggetto umanizzato (elemento architettonico) e il suo compagno esterno (corda, gabbia, ombra metallica). Questo dialogo vuole dare uno spunto di riflessione su diverse tematiche, come le costrizioni che limitano le nostre libertà (le gabbie) o le ferite che ci infliggiamo o che ci vengono inflitte (“rotto e cucito”, 2021). Le scelta di queste opere realizzate in terracotta, stabiliscono un contatto più forte con la città di Bologna.

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