Verità Nascoste

Mostra collettiva di fotografia

Diego Dominici, Karina Chechik, Luisa Raffaelli, Sarah Rossiter, Stefano Stranges e Tim White & Helen Albi, a cura di Carina Leal

Dal 10 maggio al 14 giugno 2025


Inaugurazione sabato 10 maggio dalle 16 alle 23

TAG Art Night | Pugiöl

La Galleria Febo & Dafne è lieta di presentare Verità Nascoste,  mostra collettiva con gli artisti Diego Dominici, Karina Chechik, Luisa Raffaelli, Sarah Rossiter, Stefano Stranges e Tim White & Helen Albi, a cura di Carina Leal, in occasione del mese della fotografia. Le fotografie in mostra fanno parte della ricerca degli artisti con i quali abbiamo lavorato negli ultimi anni​. Le immagini sia pure realizzate in diversi ambiti hanno in comune la rappresentazione di diverse storie e sentimenti che si nascondono tra la bellezza delle fotografie, e che permettono ad ognuno di confrontare la sua realtà con i lavori presentati.  Vi invitiamo a scoprire la verità nascosta tra ogni scatto. 

Diego Dominici vuole raccontare la libertà di ognuno attraverso una maschera. In Parafilia (para=oltre e filia=amore) le maschere indicano le esplosioni di interiorità che si vogliono negare, caratterizzate da fantasie o impulsi intensi e ricorrenti. Rappresentano la mancanza di comunicazione con se stessi e di conseguenza con gli altri, che crea un forte senso di disagio. Esiste una chiara divisione tra ciò che appare e ciò che è realmente, una frammentazione dell' individuo. Dall' altra parte si crea un senso di comunità. Infatti, ogni persona, indipendentemente da ogni aspetto, è rappresentata con la stessa maschera, attraverso la stessa visione.

Karina Chechik presenta la serie Cartas de la Patagonia. Con queste opere, scattate nella sua nativa Argentina, vuole parlare degli ultimi territori quasi vergini rimasti sul pianeta e prendere coscienza della loro ricchezza e dell'impegno a proteggerli. La Patagonia è considerata come metafora dell'immensità e della possibilità che ancora offre di esplorare e di entrare in contatto con la natura allo stato puro. Utilizzando mappe storiche che illustrano la storia della conquista, Chechik riflette sugli effetti del colonialismo nella formazione dell'America e sulla cartografia come strumento di potere. Inoltre, in Woman in blue la protagonista è una donna la cui storia rispecchia il sentire di tante donne che lottano per la loro libertà ei loro diritti.

Luisa Raffaelli presenta una coppia di lavori che rappresentano il desiderio, compresso dall’impossibilità, reale o virtuale. Nello scatto fotografico, osserviamo una misteriosa donna seduta con le mani immerse in una ciotola d’acqua che rappresenta il desiderio (Wish). Le diverse caramelle a terra completano l’installazione, realizzate da fogli di piombo, trattati come carta, dove si osservano delle scritte in smalto rosso che rimandano a diversi desideri. Un progetto che ci parla di intimità. 

Sarah Rossiter presenta una nuova serie fotografica Imprint: Body and Presence. L'artista studia il modo in cui il corpo si manifesta attraverso il contatto fisico e la presenza energetica, creando un dialogo tra le dimensioni materiali e immateriali della pratica artistica. Queste immagini monocromatiche vanno oltre l'autoritratto tradizionale e funzionano invece come indagini concettuali sull'incarnazione. Eliminando deliberatamente il colore, che è presente in modo preponderante nei suoi dipinti, Rossiter reindirizza l'attenzione sulla consistenza della pelle, della carta e della pittura, e sul contrasto estremo tra la luce e la sua assenza. L'atmosfera documentaristica di queste immagini in bianco e nero crea un'ambiguità temporale, catturando sia la fisicità immediata che il rallentamento del tempo, congelato e segnato sia dalla figura che dalla superficie. Il corpo diventa strumento e soggetto al tempo stesso, realizzando e registrando i propri gesti creativi. 

Helen Albi e Tim White-Sobieski, presentano la loro nuova serie fotografica, A Trap for Cinderella, ispirata dal romanzo psicologico omonimo di Sébastien Japrisot. Con straordinaria attenzione ai dettagli, gli artisti hanno intrecciato una narrazione visiva che combina storia, mistero e quotidianità in un ricco intreccio di storytelling. Ogni immagine fa parte di una più ampia progressione cinematografica, invitando lo spettatore a immergersi in una narrazione che si svela gradualmente.Il lavoro degli artisti si distingue per il loro incrollabile rigore professionale, in una serie che presenta un dialogo tra oggetti disposti in composizioni meticolosamente  studiate. Anche se non sempre esteticamente convenzionali o di immediata interpretazione, queste opere sono indubbiamente affascinanti, provocatorie e profondamente immersive.

Stefano Stranges con questo progetto racconta la verità di una comunità nel Perù, la terra della “lucha” che rischia di perdersi per il peso dell’oro. In queste fotografie osserviamo la resistenza di una popolazione a suon di musica, danza e arte in un territorio ceduto alle miniere gestite da grandi gruppi internazionali. La cultura Inca e l’ambiente messi a rischio dall’espansione di imprese che obbediscono alle logiche del mercato globale e ignorano le ragioni di chi vive quel territorio. Così l’ambiente andino rischia di svanire, insieme alla cultura della pachamama e alla tradizione inca di questo popolo.


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